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13/05/2019

"Fabbrica 4.0: Pensiamoci su" – il commento di Agnese Benaglia

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Hai partecipato al nostro evento “Persone e Tecniche per il 4.0”? Se vuoi rivivere alcuni momenti di quella giornata, qui potrai ritrovare video e commenti dei nostri ospiti; iniziamo con l’intervento di Agnese Benaglia su Industria 4.0.

Oggi più che mai lavorare bene significa specializzarsi  in un determinato settore produttivo. Ma per vivere bene con se stessi e con gli altri bisogna ogni tanto prendere le distanze dal nostro “particulare” e  guadagnare un punto di vista complessivo, per rendersi meglio conto di come va il mondo e di come possiamo starci. Le due cose non sono incompatibili.
Le attività umane richiedono sempre, in assetto variabile, rapidità e riflessione, capacità tattiche e strategiche, intuizione e ragionamento, acceleratore e freno. La quarta rivoluzione industriale in pieno svolgimento impone ai suoi attori velocità nell’innovazione per non essere estromessi dal mercato globale ma anche una ponderata valutazione delle conseguenze antropologiche, sociali e culturali di processi economici radicali e irreversibili. Viene così in primo piano la questione etica: è lecito fare tutto ciò che la tecnica rende possibile fare?
BPR Group ha il merito di essere entrata da protagonista nella rivoluzione in corso proponendo ai suoi clienti soluzioni tecniche, competenze tecnologiche, informazioni sull’organizzazione del lavoro ma anche occasioni di riflessione e valutazione, come è accaduto sabato 13 aprile all’evento “Persone e Tecniche per l’Industria 4.0” al Teatro Italia di Bondanello con la presentazione di tre pubblicazioni che affrontano il tema in questione da tre angolazioni diverse. Tecnico, l’approccio di Carmine Barlotti, autore di “Lean thinking”; psicologico, quello di Marija Gostimir che ha presentato il saggio di Angela Duckwork  “Grinta”; sociologico, quello di Annalisa Magone e Tatiana Mazali, autrici di “Lavoro che serve”.
Le tre analisi hanno in comune una visione del mondo, una filosofia che pone al centro il soggetto umano, oggi più che mai alle prese con  prodotti della propria intelligenza e creatività – robot, cobot, intelligenza artificiale – che da un lato  possono risultare moltiplicatori di progresso e di successo, dall’altro però possono mettere  in discussione la sua indispensabilità.
Quando avvengono svolte epocali l’uomo torna a interrogarsi intorno a se stesso, ai rapporti con gli altri e con il mondo: Chi sono? Cosa voglio? Cosa devo/posso fare? Come devo comportarmi? Per trovare risposte rivolgiamoci ai  classici, dai quali possiamo sempre attingere suggerimenti preziosi. 
Il motto “Conosci te stesso”, che Socrate fa suo prendendolo dalla più antica sapienza greca, ci esorta alla scoperta delle nostre possibilità e dei nostri limiti per capire cosa vogliamo fare della nostra vita e applicarci poi con perseveranza e passione nella valorizzazione dei nostri talenti e, per quanto possibile, nella costruzione del nostro destino. Aristotele ci ricorda che l’uomo, per sua natura è un animale politico, non basta a se stesso, non è se non in relazione con gli altri esseri umani.
Il  mito della caverna che Platone presenta nella “Repubblica” è una illuminante e sempre attuale allegoria della nostra avventura  esistenziale. Descrive il lungo e doloroso viaggio di chi, prigioniero della tenebre dell’ignoranza scambia  le ombre riflesse sul fondo della caverna per la vera realtà ma poi  si libera  e procede faticosamente per tentativi e errori verso la luce della conoscenza di sé e dell’altro da sé. A questo punto, sente il dovere morale di tornare indietro per liberare i suoi compagni dall’errore, anche rischiando di soccombere, come Socrate, ad un loro reazione violenta.
Infatti, ciò che accade nel mondo riguarda tutti, specie se ciò che accade modifica tutti gli esseri umani nel profondo, come sta avvenendo nel nostro tempo in misura inaudita. Basti pensare agli scenari che possono aprirsi con l’adozione indiscriminata delle Intelligenze artificiali e come di nuovo si rischi, con l’uso compulsivo dei social, di precipitare nella “caverna” platonica, in cui non si riesce più a distinguere il reale dal virtuale, la sostanza dalle apparenze. Dunque, “adelante , ma con juicio”.

QUI il video completo dell’intervento di Agnese Benaglia.